L’inverno è la stagione in cui il frutteto ferma la sua attività vegetativa: i principali alberi da frutto entrano in fase di dormienza e perdono le foglie. Questo vale per drupacee, pomacee e anche per varie altre specie (melograno, kaki, fico,…). Fanno eccezione gli agrumi, che nelle coltivazioni dell’Italia meridionale arrivano al raccolto proprio in questo periodo.

Approfittando del riposo invernale si effettuano i principali lavori di potatura e si mettono a dimora i nuovi impianti, le basse temperature arrestano l’attività degli agenti patogeni, per cui si ha una tregua dalle malattie.

Non dobbiamo farci ingannare da questo: la stagione autunno-inverno è un momento chiave per la prevenzione dei problemi del frutteto ed è spesso necessario intervenire ora per evitare patologie che potrebbero manifestarsi in primavera. Infatti le spore e i vari microrganismi che causano problematiche fitosanitarie sono già presenti nei mesi freddi, in cui svernano sulle nostre piante.

Scopriamo quindi quali sono i trattamenti adatti al frutteto biologico da eseguire nella stagione invernale, in modo da imparare a prenderci cura delle nostre piante nel migliore dei modi.

Decidere quali piante trattare

Nella coltivazione biologica del frutteto è fondamentale saper osservare le piante e valutare il loro stato di salute. Dobbiamo arrivare all’inverno consapevoli di quali alberi hanno avuto problemi, in modo da poter decidere quali trattamenti sono richiesti.

Nel decidere quanto trattare è d’aiuto anche la consultazione dei bollettini fitosanitari frutticoli: si tratta di comunicazioni regionali che segnalano le problematiche diffuse sul territorio e spesso contengono suggerimenti concreti sui trattamenti da effettuare.

Tra le classiche piante del frutteto un’attenzione particolare è richiesta dalle drupacee, più cagionevoli e spesso colpite da malattie fungine e batteriosi.

Se abbiamo individuato patologie quali la bolla del pesco, il corineo delle drupacee, il cancro batterico del susino, è importante intervenire. In molti casi è utile il trattamento anche in assenza di malattia, a scopo preventivo, da valutare in base alle condizioni di pianta e clima.

La vite è un’altra coltura particolarmente sensibile, in particolare a peronospora, oidio, mal dell’esca. Facciamo attenzione anche all’olivo, soggetto a varie malattie, quali rogna dell’olivo e occhio di pavone.

Le pomacee, quali melo, pero e cotogno sono un poco più resistenti ma hanno anch’esse una serie di patogeni, quali ticchiolatura, antracnosi, oidio.

Quali trattamenti anticrittogamici biologici utilizzare

I principali anticrittogamici impiegati in agricoltura biologica sono a base di zolfo e, soprattutto, di rame. Anche se sono decisamente più sani rispetto ai fungicidi sistemici da sintesi chimica, non sono prodotti esenti da ricadute ambientali.

Il rame è un metallo pesante che si accumula nel terreno, non dobbiamo pensare che essendo bio si possa impiegare senza criterio. La stessa normativa dell’agricoltura biologica dal 2021 prevede dei limiti più stretti all’impiego dei fungicidi rameici, come da regolamenti europei 848/2018 e 1584/2018. I formulati a base di rame in commercio sono moltissimi, occorre fare attenzione all’eventuale fitotossicità che possono avere. Leggere attentamente in etichetta le precauzioni e i dosaggi.

Un buon trattamento invernale può essere a base di ossicloruro rameico, la cui persistenza permette una buona efficacia sia a scopo preventivo che di contrasto. Garantisce un ampio spettro di difesa nei confronti di vari patogeni (peronospora, ticchiolatura, rogna, occhio di pavone, corineo, bolla del pesco,…). Segnalo il Cupravit blu 35 WG proposto da Solabiol, con rame al 35%. E’ un ottimo fungicida bio in commercio, lo si trova facilmente, ben distribuito nei garden e consorzi agrari.

Altri trattamenti utilizzabili nel frutteto invernale sono la poltiglia bordolese, sempre a base di rame, lo zolfo bagnabile, che viene impiegato in particolare per contrastare l’oidio, e il polisolfuro di calcio, utile contro bolla, monilia, ticchiolatura e oidio.

Quando trattare

Un primo trattamento autunnale viene generalmente realizzato dopo la caduta delle foglie, indicativamente nel mese di novembre, un altro potrà essere valutato a febbraio prima che riprenda la stagione vegetativa.

Meno spesso si tratta nei periodi più freddi tipo dicembre e gennaio.

Prima di trattare valutiamo le previsioni del tempo consultando il meteo, per evitare che vi siano piogge nei due giorni successivi alla distribuzione del fitofarmaco che ne limiterebbe l’efficacia.

Come effettuare il trattamento

I trattamenti biologici sulle piante da frutto si effettuano con prodotti di copertura, ossia che agiscono aderendo alla pianta, a differenza dei fungicidi sistemici non penetrano in modo pervasivo i tessuti vegetali. Questo significa che il trattamento è efficace solo se viene distribuito in modo uniforme sulla chioma, utilizzando un prodotto idrosolubile distribuito con una pompa irroratrice.

Il rispetto dei dosaggi è effettivo solo se la diluizione in acqua è corretta, concentrazioni non uniformi possono dar luogo a fitotossicità che danneggiano parti di pianta e al tempo stesso lasciare scoperti altri rami.

Ricordiamoci di indossare adeguate protezioni per lavorare in sicurezza.

Altri accorgimenti preventivi

Oltre alla distribuzione dei fungicidi in inverno è fondamentale mettere in atto altre precauzioni volte a eliminare i patogeni svernanti.

Prima di tutto bisogna raccogliere le foglie che cadono sotto la chioma e i resti di potatura, visto che questi residui possono ospitare i microrganismi dannosi. Questo materiale può essere compostato, ma in presenza di malattie fungine va smaltito per maggior sicurezza.

Risulta utile anche spazzolare i tronchi, per pulire la corteccia da muschi e licheni che spesso offrono rifugio a spore e parassiti.

Nella protezione di rami e tronchi si può impiegare anche il latte di calce, detto anche grassello, che si ottiene a partire da calce spenta e acqua e viene spennellato sulla corteccia sempre a titolo di prevenzione.

Come eseguire meno trattamenti

Come abbiamo visto l’impiego di rame sarebbe idealmente da ridurre, perché questo sia possibile è importante avere accorgimenti specifici nella prevenzione delle malattie del frutteto. Le accortezze spiegate qui di seguito non sono legate alla stagione invernale, ma vanno tenute presente in ogni momento, al fine di ridurre la necessità di trattare.

Prima di tutto è fondamentale una corretta gestione del terreno e della pianta, con opportune potature. Questo evita il verificarsi condizioni che favoriscono il diffondersi delle malattie, permettendo uno sgrondo dell’acqua in eccesso e una circolazione d’aria e luce nella chioma.

Ci sono poi trattamenti corroboranti che favoriscono le difese immunitarie della pianta, quali propoli e macerato di equiseto, da somministrare periodicamente.

Un prodotto molto utile per limitare l’insorgere di malattie è la zeolite cubana, una polvere di roccia micronizzata da distribuire sulle foglie durante la stagione vegetativa. Assorbe umidità e quindi disidrata le spore delle patologie fungine.

Trattamenti anti cocciniglia

Nel frutteto autunnale oltre agli accorgimenti contro le malattie è bene preoccuparsi anche di eliminare la presenza di cocciniglie, minuscoli parassiti dannosi. Ne esistono varie specie, come la mezzo grano di pepe o la cocciniglia cotonosa degli agrumi.

Articolo di Matteo Cereda