Ragnatele bianche sulle piante? Attenzione all’Ifantria americana
L’Ifantria americana, Hyphantria cunea, è un lepidottero defogliatore polifago diffuso soprattutto nell’area del nord e centro Italia. E’ di origine americana e solitamente predilige le piante di gelso, noci, salici, sambuco, tigli, aceri e ciliegi. Le larve si nutrono delle foglie delle piante e in caso di infestazioni intense la defogliazione è completa.
I forti attacchi di Ifantria sono probabilmente da ricondurre agli inverni miti che hanno caratterizzato gli ultimi anni, inoltre la mancanza di efficaci nemici naturali, ha facilitato la rapida diffusione di questo lepidottero che si caratterizza anche per una buona capacità di adattamento.
I primi segni di infestazione sono costituiti da fitte ragnatele bianche di solito posizionate alle estremità dei rami, grosse masse setose e biancastre all’interno delle quali si trovano le larve.
Spesso si tende a confondere la larva di Ifantria con quella della Processionaria del pino (Thaumetopoea pityocampa) che è dannosa per l’uomo e gli animali in quanto urticante;gli interventi di lotta su Ifantria devono essere attuati solo per limitare l’infestazione e il danno sulle piante.
Ciclo biologico
Gli adulti sono farfalle lunghe alcuni centimetri di colore bianco mentre le uova sono giallastre e vengono deposte a gruppi nella pagina fogliare inferiore.
Le larve giovani sono di colore giallastro con una doppia fila di punti nerastri lungo il corpo, mentre le larve mature sono pelose e ai lati del corpo hanno due fasce longitudinali giallastre.
L’ifantria americana compie nel nostro ambiente due generazioni l’anno. Sverna come crisalide, protetta da un bozzolo, nascosta nelle corteccia dei tronchi o ai piedi delle piante ospiti, oppure nelle crepe di muri o sotto le tegole o altri anfratti. Lo sfarfallamento degli adulti, che hanno abitudini crepuscolari e notturne, è graduale e inizia verso fine aprile proseguendo fino ai primi di giugno. Le femmine iniziano a deporre le uova sulla pagina inferiore delle foglie a maggio che schiudono dopo 2-3 settimane. Le larve vivono inizialmente gregarie all’interno di nidi costituiti da fili sericei, sono simili a ragnatele bianche e facilmente riconoscibili, crescendo si diffondono sulla vegetazione. Dopo la metà di luglio compaiono gli adulti della generazione estiva e inizia il secondo ciclo che, grazie alle temperature più alte, è più rapido e causa i danni più vistosi ed estesi. Le larve, giunte a maturità nel mese di settembre, abbandonano la vegetazione per cercare i ricoveri adatti per incrisalidare e trascorrere l’inverno.
Criteri di controllo e di lotta ad Ifantria
Nei nostri ambienti il controllo dell’Ifantriada parte di antagonisti naturali è risultato modesto. Ci sono alcuni uccelli insettivori che sembrano svolgere una discreta attività predatoria nei confronti delle larve. Il ruolo degli insetti predatori nei confronti delle uova sembra limitato.
Per contrastare l’attività di Ifantria è indispensabile un intervento tempestivo e impostare una strategia di lotta integrata, comprendente cioè varie tipologie di interventi.
Prima di tutto è importante l’attività di monitoraggio. A inizio stagione con attacchi lievi, limitati a poche piante, in orto o in giardino, è consigliabile tagliare i rami contenenti i bruchi oppure asportare i nidi che contengono le giovani larve e distruggerli tempestivamente per abbassare il potenziale infestante.
Se l’azione meccanica non è sufficiente si può ricorrere all’utilizzo di un preparato micobiologico con Bacillus thuringiensis ssp.kurstaki (Btk)
Il Bacillus thuringiensis agisce per ingestione bloccando l’attività delle larve di Infantria. Il batterio agisce solo nei confronti delle larve di numerose specie di lepidotteri ed è selettivo nei confronti degli insetti utili e non ha alcuna attività su altri organismi animali.
Il trattamento per essere efficace deve essere fatto su larve giovani, si può comunque effettuare una seconda distribuzione del prodotto, attenendosi comunque alle indicazioni riportate in etichetta. Visto che il Btk agisce per ingestione la chioma deve essere irrorata in maniera uniforme, in particolare sulle parti più esterne dei rami dove si localizzano più frequentemente i nidi.
Si consiglia di eseguire il trattamento nel tardo pomeriggio/sera, con temperature più basse e in assenza di pioggia.
In situazioni di emergenza, quando si è di fronte ad attacchi particolarmente intensi che non sono stati controllati per tempo, si può utilizzare Piretro naturale.